Grottammare e Liszt – Il Paese che ospitò il grande Musicista

Grottammare e Liszt – Il Paese che ospitò il grande Musicista

Perchè il “Premio Liszt” a Grottammare

La motivazione del premio è proprio quella di consegnare ai giovani talenti musicali l’eredità grande di un testimone eccellente del linguaggio universale inventato dall’uomo ancora insostituibile: la Musica.

Principalmente è quella di ricercare e sostenere talenti che hanno spiccate attitudini musicali, poiché si ritiene importante creare un circuito di forze giovanili intelligenti in grado di diffondere i valori necessari alla piena crescita delle competenze espressive di ogni individuo nelle quali, parte rilevante viene individuata nella formazione di giovani musicisti. L’Associazione si propone anche di promuovere l’immagine del Territorio, offrendo una opportuna “cornice” alle attività artistiche, valorizzando il patrimonio storico, architettonico e paesaggistico Piceno e Marchigiano. Promuovere l’incontro e lo scambio di esperienze tra artisti di vari Paesi e realizzare nei Paesi dove già esiste un legame commerciale con le Marche, ma anche manifestazioni artistiche che facciano conoscere la vasta cultura musicale, far crescere il piacere e l’abitudine all’ascolto e alla fruizione di momenti musicali di alto livello qualitativo con giovani interpreti e grandi pianisti, in particolar modo lisztiani, ad un pubblico che poco conosce la musica classica, inoltre far conoscere anche l’arte marchigiana in tutte le sue forme ed espressione, evidenziando il rilievo storico e culturale che ha avuto nei secoli e che ha ancora il Mare Adriatico.

Finalità

Le finalità del Premio non possono non essere anche rivolte al mondo del lavoro.
I Concorsi sarebbero sterili rappresentazioni formali se non si proponessero di:

  • Favorire la formazione professionale degli allievi per attività artistico/culturali.
  • Promuovere attività lavorativa per i Vincitori, realizzando e divulgando registrazioni dal vivo di CD dei concorrenti finalisti e del concerto dei Vincitori.
  • Organizzare concerti, opere, lideristica e danza, realizzando inediti balletti con musiche lisztiane.
  • Promuovere l’incontro e lo scambio di esperienze tra artisti di vari Paesi, promuovere attività artistico-musicali tra Stati di diverse culture.

Franz Liszt ( Ferenc ) proveniente da Fabriano, in compagnia dell’amico e padre spirituale, Abate Antonio Solfanelli, in un momento difficile della Sua particolare e straordinaria vita, stanco e affranto in piena crisi mistica giunge a Grottammare, accettando quell’invito del Solfanelli per un riposo fisico e mentale.
Grande fu la suggestione che esercitò su di lui questo luogo, fonte di pace e di serenità, tanto da informarne la sua Carolyne von Sayn – Wittgenstein. Infatti in una lettera all’amata, descrive il suo soggiorno come amabile, vanta i pregi della popolazione locale, la straordinaria ospitalità offertagli dai Conti Fenili, l’erudizione della nobiltà con la quale instaura rapporti di amicizia, oltre l’apprezzamento per le tante operose attività commerciali locali.
Durante il soggiorno a Grottammare, Liszt instaura anche rapporti cordiali con la popolazione, si reca sovente nella Cattedrale di San Pio V dove vi è un organo, il Callido .

I legami più profondi che dureranno tutta la vita, nascono però con le Famiglie dei Conti Fenili, dei Marchesi Laureati, degli Speranza e dei Comi.

I Conti Fenili , moglie del Conte Fenili è donna Maria Mascioli zia dell’Abate Solfanelli, instaura con Liszt un rapporto intenso, quasi filiale, la nobildonna comprende l’instabilità psicologica del “Genio”. Palazzo Fenili, che lo ospita, è immerso nel verde di una folta vegetazione ed è intriso dal profumo dei fiori d’arancio e della marina la cui brezza arriva fino alla camera da letto di Franz dalla quale si intravvede l’arenile e la scogliera. In questa pace Liszt termina l’Offertorio per la Messa di San Francesco di Assisi “Mihi Autem Adhaerere” S.37, per  coro maschile e organo.

RV 513
Mihi autem adhaerere
für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz
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für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz
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für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz
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für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz
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für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz
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für Männerchor und Orgel *** Local Caption *** Liszt, Franz

Marchesi Laureati, famiglia nobile e colta, vantano un musicista, Pietro, “enfant prodige”. Pietro inizia giovanissimo a studiare musica e ad undici anni fa già parte dell’Orchestra del Teatro di Ascoli Piceno, come violoncellista al cembalo. Il primo novembre del 1837, tiene, con esito brillantissimo, la sua prima accademia a Parigi, diventando così l’idolo delle più raffinate società musicali e ricercatissimo violoncellista in tutte le corti europee, definito dalla critica “il Paganini” del violoncello. Amico di Beethoven, del tenore Rubini che accompagna spesso nei concerti, è anche amico di Balbo,di Capponi, di Gioberti e di Giusti, occupa per ben venti anni il posto di primo violoncello del Grande Teatro dell’Opera di Londra; Pietro suona con Liszt nello splendido palazzo, residenza dei Marchesi, che ha anche ospitato Vittorio Emanuele II, prossimo a diventare il primo re d’Italia, che ricevette nel salone di rappresentanza la delegazione partenopea venuta a sollecitare l’annessione di Napoli. Una lapide posta nel 1882 sul lato meridionale della villa ricorda questo avvenimento, celebrato anche 50 anni dopo dal Monumento commemorativo dell’annessione napoletana collocata nella pineta Ricciotti. Nel 1925 il palazzo ospitò anche colui che sarebbe diventato l’ultimo sovrano d’Italia, il re di maggio Umberto ll, allora principe di Napoli.

Gli Speranza, Famiglia di storici e giuristi, anch’essi vantano un musicista, Marco, insigne violinista, che ha tenuto concerti in tutti i più importanti teatri italiani ed Istituzioni musicali; in duo, Marco suona accompagnato al pianoforte da Liszt.

La residenza degli Speranza è posta sulla collina, antica falesia, che sovrasta Grottammare, la cui pineta assume il nome della Famiglia Speranza, da cui si gode un panorama di incomparabile bellezza tanto che nei giorni chiarissimi e tersi si intravedono, tracciate come segni, le coste dalmate. Liszt gode di tutto questo, della marina dove passeggia, leggendo il breviario sotto gli aranceti dove si ferma a meditare. Va ricordato che Liszt vive intensamente di meditazione e di preghiera al di la della sua spasmodica continua intenzione a “farsi prete” desiderio avuto fin dalla giovanissima età, anche se nel 1865 riceve dal Papa Pio IX gli Ordini minori , diventando l ‘Abbè Liszt .

I Comi, eminenti scienziati e ricercatori nel settore chimico, il cui capostipite Vincenzo è originario di Torano, impiantano a Teramo, a Giulianova e a Grottammare una fabbrica per la produzione del cremore.

I “Piccoli Centri”

 

Nell’immensa ricchezza dei suoi ricordi, Liszt incastona, tra le Città visitate, anche Grottammare, dolce perla delle serene armonie di concerti al chiaro di luna, di lunghe meditazioni solitarie e passeggiate al tramonto sulla marina, così come ogni sua sosta nei piccoli centri si riveste di misteriose risonanze siano esse i palpiti amorosi del Lago di Como, (a Bellagio dove sono nati tre dei suoi figli Cosima e Daniel) le fantasie delle pinete di San Rossore o la ricerca della dimensione spirituale ad Assisi, il “vagabondaggio” religioso a Loreto, o la dimensione etico – estetica della sua vita a Villa d’Este di Tivoli.

In Umbria Liszt visita Cascia e si reca in pellegrinaggio al Santuario di Santa Rita. Inizia così il suo percorso spirituale per approdare poi ad Assisi, patria del Santo più amato nel mondo per la sua umiltà, umanità e rigore morale che ha sempre attratto il grande Ungherese, sin dalla sua giovane età, a tal punto da fargli abbracciare la vita monacale per essere più vicino alla figura di “Francesco” ed imitarne l’esistenza, tanto che nel 1865, veste gli abiti talari, prende i quattro ordini minori da Papa Pio IX e diventa Abate e Canonico (l’Abbè Liszt) della cattedrale di Albano.

Gli splendidi Colli romani, sono scenario mistico per la realizzazione delle opere religiose, tra le più intense e significative della vasta produzione lisztiana. In questo periodo si dedica maggiormente alla composizione di musica sacra e a S. Francesco d’Assisi e a S. Francesco di Paola dedica le due “leggende” per pianoforte, eccelse pagine di musica che Liszt esegue davanti a Papa Pio IX.

Di tutte le città che Liszt ha visitato e nelle quali è vissuto durante i suoi Annèes de Pèlerinage italiani, Roma rimane indelebile nella sua memoria, l’imponenza incomparabile e la suggestione che gli arreca questo luogo, lo accompagnano per tutta la vita. Potremmo definire il grande Ungherese “Cittadino di Roma” perché le tappe che hanno segnato la sua straordinaria vita sono romane; fin dal suo primo soggiorno Roma è fonte di aspirazioni e di ispirazioni.

Nei ricordi romani del grande Musicista vi sono anche i piccoli particolari come le vie da lui percorse, i vari domicili da via della Purificazione, alle Quattro Fontane, da Monte Mario, al Convento di Santa Francesca Romana e poi in via dei Greci, in via San Felice, in via Bocca di Leone, in Vaticano, ad Albano e gli scorci più significativi di questa magnifica Città, fortemente e intimamente vissuti.

L’irrequietezza del suo spirito non permette a Liszt di fermarsi definitivamente nei luoghi visitati e amati, però torna sempre a Roma, poiché non è così facile il distacco dalla Città Eterna, ove sente il bisogno di espiare i suoi peccati e qui avviene la separazione dall’amata Carolyne, nonostante la dispensa concessa dal Papa per poterla finalmente sposare in Chiesa, qui diventa Abate, qui sente, soprattutto, la necessità incessante di seguire le vie dell’arte.

Nelle due lettere scritte da “Grotta Mare” a Carolyne il 23 luglio e l’8 agosto 1868 Liszt esprime ormai in modo determinato il suo credo spirituale-esistenziale.

Dall’ottobre di quell’anno, egli si trasferisce a Villa d’Este su invito del cardinale Hohenlohe, per comporre in pace e non lo attira più Roma, nè la vita concertistica ma Tivoli con la sua natura amata in senso mistico, convinto di scrivere finalmente “a modo suo”. Tivoli ospita per circa venti anni il Musicista negli appartamenti della splendida Villa d’Este dove Liszt compone pagine tra le più belle della Sua Musica, godendo del gorgoglio e della bellezza delle fontane, (les jeux d’eau a la Villa d’Este) della lussureggiante campagna romana, chiamando le stanze della Villa che lo ospitano “mon colombier”.

Bibliografia Prof.ssa Claudia Colombati Università di Macerata