Grottammare e Liszt
Perchè il “Premio Liszt” a Grottammare
La motivazione del premio è proprio quella di consegnare ai giovani talenti musicali l’eredità grande di un testimone eccellente del linguaggio universale inventato dall’uomo ancora insostituibile: la Musica.
Franz Liszt ( Ferenc ) proveniente da Fabriano, in compagnia dell’amico e padre spirituale, Abate Antonio Solfanelli, in un momento difficile della Sua particolare e straordinaria vita, stanco e affranto in piena crisi mistica giunge a Grottammare, accettando quell’invito del Solfanelli per un riposo fisico e mentale.
Grande fu la suggestione che esercitò su di lui questo luogo, fonte di pace e di serenità, tanto da informarne la sua Carolyne von Sayn – Wittgenstein. Infatti in una lettera all’amata, descrive il suo soggiorno come amabile, vanta i pregi della popolazione locale, la straordinaria ospitalità offertagli dai Conti Fenili, l’erudizione della nobiltà con la quale instaura rapporti di amicizia, oltre l’apprezzamento per le tante operose attività commerciali locali.
Durante il soggiorno a Grottammare, Liszt instaura anche rapporti cordiali con la popolazione, si reca sovente nella Cattedrale di San Pio V dove vi è un organo, il Callido .
I legami più profondi che dureranno tutta la vita, nascono però con le Famiglie dei Conti Fenili , dei Marchesi Laureati, degli Speranza e dei Comi.
I Conti Fenili , moglie del Conte Fenili è donna Maria Mascioli zia dell’Abate Solfanelli, instaura con Liszt un rapporto intenso, quasi filiale, la nobildonna comprende l’instabilità psicologica del “Genio”. Palazzo Fenili, che lo ospita, è immerso nel verde di una folta vegetazione ed è intriso dal profumo dei fiori d’arancio e della marina la cui brezza arriva fino alla camera da letto di Franz dalla quale si intravvede l’arenile e la scogliera. In questa pace Liszt termina l’Offertorio per la Messa di San Francesco di Assisi “Mihi Autem Adhaerere” S.37, per coro maschile e organo.
I Marchesi Laureati, famiglia nobile e colta, vantano un musicista, Pietro, “enfant prodige”. Pietro inizia giovanissimo a studiare musica e ad undici anni fa già parte dell’Orchestra del Teatro di Ascoli Piceno, come violoncellista al cembalo. Il primo novembre del 1837, tiene, con esito brillantissimo, la sua prima accademia a Parigi, diventando così l’idolo delle più raffinate società musicali e ricercatissimo violoncellista in tutte le corti europee, definito dalla critica “il Paganini” del violoncello. Amico di Beethoven, del tenore Rubini che accompagna spesso nei concerti, è anche amico di Balbo,di Capponi, di Gioberti e di Giusti, occupa per ben venti anni il posto di primo violoncello del Grande Teatro dell’Opera di Londra; Pietro suona con Liszt nello splendido palazzo, residenza dei Marchesi, che ha anche ospitato Vittorio Emanuele II, prossimo a diventare il primo re d’Italia, che ricevette nel salone di rappresentanza la delegazione partenopea venuta a sollecitare l’annessione di Napoli. Una lapide posta nel 1882 sul lato meridionale della villa ricorda questo avvenimento, celebrato anche 50 anni dopo dal Monumento commemorativo dell’annessione napoletana collocata nella pineta Ricciotti. Nel 1925 il palazzo ospitò anche colui che sarebbe diventato l’ultimo sovrano d’Italia, il re di maggio Umberto ll, allora principe di Napoli.
Gli Speranza, Famiglia di storici e giuristi, anch’essi vantano un musicista, Marco, insigne violinista, che ha tenuto concerti in tutti i più importanti teatri italiani ed Istituzioni musicali; in duo, Marco suona accompagnato al pianoforte da Liszt.
La residenza degli Speranza è posta sulla collina, antica falesia, che sovrasta Grottammare, la cui pineta assume il nome della Famiglia Speranza, da cui si gode un panorama di incomparabile bellezza tanto che nei giorni chiarissimi e tersi si intravedono, tracciate come segni, le coste dalmate. Liszt gode di tutto questo, della marina dove passeggia, leggendo il breviario sotto gli aranceti dove si ferma a meditare. Va ricordato che Liszt vive intensamente di meditazione e di preghiera al di la della sua spasmodica continua intenzione a “farsi prete” desiderio avuto fin dalla giovanissima età, anche se nel 1865 riceve dal Papa Pio IX gli Ordini minori , diventando l ‘Abbè Liszt .
I Comi, eminenti scienziati e ricercatori nel settore chimico, il cui capostipite Vincenzo è originario di Torano, impiantano a Teramo, a Giulianova e a Grottammare una fabbrica per la produzione del cremore.