La storia dell’Associazione ABAC/AMAD Franz Liszt
CHI SIAMO
Grottammare, ha origini antichissime. Vi sono tracce antropiche risalenti al neolitico. Sul suo territorio è stata scoperta una necropoli picena risalente al VII-V secolo, a.C.
Il Borgo Medievale (Paese Alto) in passato è stato il fulcro di tutte le attività culturali, sociali, civili e religiose di Grottammare.
Questo Borgo, è di limitata estensione, essendo stato costruito secondo il criterio architettonico proprio dei Comuni; la planimetria di Piazza Peretti, infatti rivela chiaramente l’appartenenza al periodo comunale. Ciò si deduce dalla sua irregolarità geometrica, dall’organica disposizione delle piccole strade confluenti in
essa e dalla sapiente coordinazione degli scorci prospettici.
È questo il periodo storico in cui Grottammare si trasforma e si integra fino a raggiungere la funzione tipicamente medievale di isola urbana, munita di un proprio territorio rurale e di un piccolo porto con funzioni prevalentemente commerciali.
Entro le mura che racchiudono il Borgo vi erano il Palazzo Comunale, l’Ufficio Postale, il Teatro e le botteghe porticate, edifici questi, quasi tutti collocati in questa Piazza, concepita come vero spazio collettivo.
L’Ospedale e la Sede della Parrocchia erano appena fuori Porta Maggiore.
È da ricordare che il Borgo era chiuso da tre porte (oggi scomparse):
Porta Maggiore dalla quale si accede in Piazza Peretti; Porta Marina dalla quale si accede da un lato verso la Chiesa di S. Lucia, dall’altro verso il Torrione della Battaglia e dall’altro ancora si scende verso il Porto-Canale (scomparso nel tempo); Porta Castello segna il confine con la parte collinare e con il Castello (oggi solo un rudere).
All’interno del Borgo vi erano tre chiese: S. Giovanni (Pievania), S. Lucia e un’altra chiesa dedicata alla Madonna con il Bambino di cui è rimasto solo il campanile. Ad avvalorare questa ipotesi è l’urna sulla facciata del campanile contenente una statua lignea della Madonna con in braccio il Bambino vestiti entrambi con indumenti in stoffa, pregiatissimi e ben conservati nel corso dei secoli, probabilmente risalente ai primi del 1200. Queste due statuette hanno un grande valore storico. La Chiesa di S. Agostino ex Convento Agostiniano era ed è fuori le mura.
San Martino chiesa romanica, è a circa un chilometro dal borgo medievale. Sorge sulle rovine di un antico prestigioso tempio pagano risalente al IV sec. a.C. dedicato alla dea Cupra. L’impianto di mura fortificate risale al XVI secolo, caratterizzato da violente contese con le comunità vicine e da attacchi pirateschi. Dal XVIII secolo
cominciò l’espansione verso la zona costiera, il cui impianto urbanistico, opera dell‘architetto di origine lombarda Pietro Augustoni, si deve all’intervento di papa Pio VI (1779).
Di enorme importanza, per la storia nazionale, l’incontro che vi si tenne il 12 ottobre 1860, tra Vittorio Emanuele II, ospitato a Palazzo Laureati, e una delegazione di notabili partenopei che gli offrirono formalmente il Regno delle due Sicilie. Tre anni più tardi (1863) Grottammare fu collegata per ferrovia con Ancona e l’Abruzzo.
L’avvento dei trasporti su rotaia diede altro impulso allo sviluppo economico e demografico della cittadina. L’impianto urbanistico riprende quello romano. Tale sistema prevedeva l’incrocio di due assi principali, il cardo (in linea di massima con direttrice nordsud) e il decumano (est-ovest). Nell’incrocio si trovava di solito il foro, ossia la piazza principale della città. Il resto dell’insediamento si sviluppava su vie parallele ai due assi viari principali.
A Grottammare tali direttrici possono essere individuate nell’asse costituito dalle attuali vie Marconi e Cairoli (cardo) e in quello di Corso Mazzini (decumano) aventi come intersezione la centrale Piazza Pericle Fazzini.
Il Borgo ha ospitato, con fasti inauditi quattro regine ed un governatore: Cristina di Svezia, Maria Anna di Spagna, Margherita d’Austria, Caterina di Wuttemberg e Bianca Visconti Sforza Governatrice della Marca, titolo quest’ultimo concessole dal marito Francesco Sforza, in eterna lotta con i comuni limitrofi, in particolare con il Comune di Ripatransone. Francesco lasciò Bianca con una consistente guarnigione a difesa del Borgo.
Il Borgo ha ospitato anche i re Gerolamo Bonaparte, Vittorio Emanuele II e Umberto II di Savoia. Ha ospitato i papi Alessandro III, al secolo Rolando Bandinelli, di Siena ( vedere storia della – Sagra e Indulgenza plenaria Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, di Senigallia.
Il Borgo ha ospitato anche il Cardinale Decio Azzolino, uomo di raffinata cultura amante delle lettere e delle arti. Il bellissimo Cardinale (così lo definivano le cronache dell’epoca) nel 1665 si fece costruire una villa, il cui stile architettonico rimanda al Bernini, certamente in contatto con lui. Il cardinale trascorreva a Grottammare parte della sua vita con Cristina di Svezia legata a lui da amorosi sensi ed insieme fondarono l’Arcadia. Villa Azzolino era dotata in passato di uno stupendo parco abbellito con boschetti ombreggianti, fontane, stradoni ed agrumeti purtroppo devastati dal tempo e dall’incuria umana. La villa ricorda, anche se in proporzioni minori, il palazzo Rospigliosi a Lamporecchio (Toscana).
Il Borgo ha ospitato anche Martin Lutero, Gioacchino Murat, Giuseppe Garibaldi, Johann Wolfgang von Goethe, Gabriele D’Annunzio e Matilde Serao (si citano solo nomi di grande prestigio che hanno fatto la storia d’Italia e d’Europa).
Attualmente nel periodo estivo trascorre a Grottammare le sue vacanze, la giovanissima scienziata archeologa Jocelyn Desideri, nata a Ginevra, da genitori grottammaresi, insignita, nel 2002, del prestigioso premio “Arditi” che la omonima prestigiosa Fondazione svizzera-turca conferisce ogni anno ad un personaggio distintosi nella ricerca. Personaggi illustri nati all’interno delle mura del Borgo sono molti, alcuni dei quali ancora oggi sono ricordati dalla storia:
Papa Sisto V al secolo Felice Peretti (1521-1590) eletto Papa il 24-4-1585 (vedi storia di Sisto V del Mascaretti);
Lavinia Sernardi in Giammarini ( Beata );
Medoro Patriarca (1580- 1622) Protomedico e Archiatro di Sisto V.
I Vescovi:
Graziani Anton Maria Vescovo di Amelia e Segretario di Sisto V, zio della Beata Lavinia Sernardi in Giammarini;
Fraccagnani Gaetano (1698-1748) Vescovo di Città della Pieve;
Agnelli Egidio Vescovo di Troade (? 1878);
Franceschini Vincenzo (1844 -1916) Vescovo di Fano e Fossombrone;
Addazi Reginaldo Giuseppe Maria Arcivescovo di Trani, Nazareth, Barletta. Amm.re di Bisceglie, Teologo-Latinista (1899-1975).
Uomini di grande cultura e prestigio nati non solo dentro le mura del Borgo ma anche “alla Marina”, la parte nuova di Grottammare definita così, quasi in maniera indifferente e di distacco dagli abitanti del Borgo ma che è giusto e doveroso ricordare:
Giuseppe Frezza Compositore nel secolo XVIII di importante Opera di canto Gregoriano Segretario Gen. Minori Conventuali;
Mascaretti Gian Bernardino (1791-1869) Vicario Capitolare e Vescovile, Rettore Membro delle Accademie di Roma, Firenze, Fermo, Storico e Scrittore;
Giuseppe Speranza Giureconsulto, storico ed archeologo la cui famiglia ha dato uomini illustri a Grottammare e all’Italia;
Luigi Ricciotti, nato “alla Marina” architetto botanico;
Marco Speranza insigne violinista di fama europea;
Pietro Laureati nato “alla Marina” violoncellista di fama mondiale;
Eugenio Polidori Archeologo storico locale, Canonico della Collegiata di Offida, contestatore dello storico Colucci sulla ubicazione del Tempio della Dea Sabina Cupra. (oggi chiesa di S.Martino);
Giulio Laureati nato “alla Marina” primo trasvolatore Raid Roma – Londra;
Pietro Palmaroli pittore, restauratore, è stato il primo in senso assoluto a trasportare su tela e su tavola affreschi deteriorati, usando la cosiddetta tecnica dello strappo. Ha ristrutturato importantissime opere in Italia, in Vaticano ed in Europa per papi e regnanti;
Pericle Fazzini nato“alla Marina”, scultore-pittore, autore dell’imponente opera il “Cristo Risorto” posta nella Sala Nervi in Vaticano. Le sue opere sono esposte nelle più importanti Gallerie e Musei del mondo;
Gino Concetti frate francescano, teologo, professore, giornalista – redattore de “l’Osservatore Romano”;
Leandro Capretti (13-1-1896 / 12-1975) nato “alla Marina”, studia a Roma dal 1906 al 1919 letteratura e musica. Tornato a Grottammare svolge attività didattica e concertistica. Raffinato compositore di mottetti, litanie, messe e pastorali, nel 1932 viene assunto dalla commissione diocesana per la direzione del canto
sacro. Feconda fu la sua composizione di canti sacri e profani e con un inno anti blasfemo fu premiato anche ad un concorso nazionale;
Tito Vespasiani nato “alla Marina”, giornalista e poeta sagace, amico di Trilussa;
Mario Rivosecchi poeta nato “alla Marina”;
Andrea Concetti basso nato “alla Marina”.
I residenti del Borgo fino agli anni ’60 erano 1.500 (oggi appena un centinaio).
In esso vi abitavano famiglie antichissime e prestigiose quali i Duca Scoccia, i Marchesi Laureati, gli Speranza, i Marchesi De Angelis ed i Conti Palmaroli (famiglia che ancora vi abita). Altre famiglie antiche residenti erano: Addazi (ancora vi abita)
Albini, Capocasa (ancora via abita) Desideri, Loy, Malfatti (ancora vi abita), Mascaretti e Rocchi (vi abitano solo i discendenti) e Tizi.
La Sagra Giubilare e la Processione del Cristo morto sono due grandi manifestazioni religiose risalenti alla fine del ’600 e agli inizi del ’700, che si realizzano ancora oggi.
La Sagra Giubilare si svolge ogni qual volta la domenica cada il primo di luglio, il Cristo morto ogni tre anni.
Il Borgo Medievale, come si evince dalla sua storia e qui ne è riportata solo una piccolissima parte, ha avuto un ruolo importantissimo non solo tra i paesi confinanti ma in tutto il Piceno.
Intorno alla metà dell’800 il Borgo perde la sua importanza a seguito del formarsi dei primi agglomerati urbani di pescatori lungo il litorale e con il ritirarsi del mare nascono le prime fabbriche, i primi negozietti di merce varia, mentre l’apparato amministrativo si sposta verso il paese nascente dove è tutt’oggi.
La dicotomia tra la Marina e il Paese Alto è durata fino agli anni ’60. Infatti questa rivalità tra le due parti era fortemente sentita dai giovani.
STORIA DELL’ASSOCIAZIONE
Dalla fine degli anni ’60 inizia un lento ed inesorabile declino in tutti i sensi di questo Borgo, tanto che un gruppo di cittadini, esasperati e preoccupati del degrado in cui versava da anni il Paese Alto (già Borgo), inizia una violenta battaglia con le istituzioni totalmente indifferenti verso le gravissime problematiche denunciate dai residenti.
Nel 1983qualcosa però cambia: la vecchia coalizione politica che aveva governato per oltre 20 anni viene sconfitta definitivamente, respirandosi un’aria nuova che è aria del cambiamento. Questo vero cambiamento di rotta nella storia politica di Grottammare, porta alla guida della “cosa pubblica” un giovane Sindaco architetto a cui stanno a cuore le sorti del paese. Egli, essendo figlio di un noto pittore-scultore, ha appreso dal padre l’amore per l’arte e dalla madre, docente di lettere, la signorilità. Le doti personali di questo giovane Sindaco, quali le competenze urbanistiche e l’umiltà, ne fanno un Amministratore
ben diverso dagli stereotipi delle precedenti Amministrazioni comunali.
Il Sindaco è l’arch. Francesco Capponi. Altra persona a cui l’Associazione è grata è il prof. Emilio Vita, allora Assessore alla Cultura il quale, insieme al Sindaco, ha dato all’Associazione fiducia,
stima e sostegno.
In questo contesto, i cittadini residenti nel Borgo Medievale pieni di entusiasmo e di fiduciosa speranza verso il cambiamento, decidono di costituire un comitato che diventi portavoce dei residenti presso l’Amministrazione Comunale.
Nasce così un comitato denominato “Comitato Paese Alto”, i cui fondatori sono la prof.ssa Ermanna Zarroli, che avrà poi nell’Associazione il ruolo di segretaria e di ricercatrice della cultura popolare e del dialetto, Alida Capocasa, compianta amica indimenticabile, Domenico Albini, Antonio Cameli, il prof. Giuseppe Albini, Claudia Pignotti, Giuseppina Pagliarini, Giacomo Pomili, pittore, detto il “Tarpato”, Lorenzo Straccia, Silvana Spinosi, Maria Crescimbeni e Augusto Ridolfi.
Il Comitato, l’otto giugno 1984, con Rogito del Notaio dott. Dario Pallisco, primo socio insieme al dott. Giorgio Rivosecchi, si trasforma in Associazione per la Tutela dei Beni Ambientali Culturali di Grottammare.
Gianni Manzoni è il suo primo Presidente.
L’Associazione si prefigge tre obiettivi principali:
– La salvaguardia del patrimonio architettonico con un piano di recupero mirato delle zone di interesse storico;
– la promozione di manifestazioni culturali, per recuperare al paese la Cultura in generale ed in particolar modo quella musicale;
– la ricerca di giovani talenti musicali.
L’Associazione si propone anche di porre rimedio ai danni strutturali del “Vecchio Incasato” che si “sbriciolava” letteralmente sotto gli occhi indifferenti dei vari politici succedutisi nella guida del paese e soprattutto sotto gli occhi dei cittadini, preoccupati della gravissima situazione per le varie crepe formatesi sui muri
di cinta del Borgo e delle case, oltre all‘inesorabile scivolamento da ovest verso est del Vecchio Incasato, posto su un’antica falesia che purtroppo, nella parte sud sta subendo un continuo smottamento a causa di costruzioni private. È veramente “comico” che mentre si scrivono queste pagine, a distanza di ventinove (1984-2013) anni dalle prime battaglie condotte per la tutela del territorio, lo stesso problema si ripresenti tale e quale.
Le violenti battaglie iniziano subito con la prima assemblea dei cittadini del Paese Alto durante la quale si denuncia alla nuova Amministrazione il totale abbandono del Borgo Medievale ed in particolare delle sue Chiese, del Torrione della Battaglia e del prestigioso Teatro dell’Arancio completamente fatiscenti.
L’Associazione incarica i soci prof. arch. Manlio Piattoni ed il sig. Antonio Cameli, quest’ultimo esperto di restauro dell’edilizia antica, ad effettuare una ricerca sui beni comunali in mano privata, una ricerca catastale sulle case abbandonate e fatiscenti una mappa delle acque sorgive disperse ed una documentazione
della rete fognaria pressoché inesistente. Una ricerca geofisica sulla friabilità del sottosuolo e degli strati sovrapposti a causa delle continue frane iniziate dall’anno 1000 fino all’ultima disastrosa del 1928 allorquando si staccò una parte del Monte delle Quaglie, procurando danni ingenti e undici vittime, è commissionata sempre per conto dell’Associazione, all’architetto torinese dr. prof. Edda Follis Giovannetti, esperta a livello europeo in indagini geofisiche e nel restauro di borghi medievali.
L’indagine sapientemente condotta sul terreno presenta esiti quasi identici a quelli forniti da analoga analisi condotta sulla rupe di Orvieto, per cui l’Architetto elabora una particolare tecnica di blocco dello scivolamento del terreno franoso da est verso ovest, cioè dal mare verso i monti con un sistema di blocchi legati tra loro, formando una vera e propria barriera di contenimento oltre a micropali posti a profondità di nove metri. Purtroppo lo studio dell’arch. Follis non viene accolto dalla nuova Amministrazione comunale, succedutasi all’Amministrazione Capponi, forse perché costava poco, “così si malignò allora”. La nuova Amministrazione propone i propri “geologi e tecnici”, tanto che vengono preferiti altri progetti più pretenziosi ma forse non del tutto mirati e che non tengono affatto conto della particolarità urbanistica del Paese Alto di Grottammare. Di fronte alle dure proteste della popolazione a seguito delle ripetute segnalazioni da parte di tecnici ed esperti dell’Associazione, dopo varie denunce, interviene il CNR di Roma che modifica sia il progetto sia la sua realizzazione, dando così una soluzione idonea alle annose problematiche denunciate. L’Associazione inizia l’organizzazione di progetti culturali che formavano parte integrante e rilevante degli obiettivi presenti nel suo programma e si propone di recuperare la cultura musicale, parzialmente interrottasi nel lontano 1908, con l’ultima rappresentazione teatrale tenutasi nel Teatro dell’Arancio e definitivamente abbandonata nel 1918 a causa dell’epidemia influenzale cosiddetta “spagnola”, le cui vittime necessitavano, per la sepoltura, di materiali lignei che costituivano le strutture portanti del teatro. Nonostante le molte difficoltà, c’e chi continua a lottare tenacemente per tenere accesa la fiaccola dell’arte come Don Ruggero Desideri, uomo di intelligenza raffinata ed illuminata, pievano di San Giovanni Battista. Nascono così per la sua determinazione una compagnia teatrale che porta in scena lavori di altissimo livello ed una corale composta da voci che nulla avrebbero oggi da invidiare ai cori delle grandi istituzioni musicali internazionali.
Il divieto imposto dalle leggi fasciste alla costituzione di circoli ed attività parrocchiali, spegne la tenue luce tanto faticosamente tenuta viva nel tessuto sociale dell’epoca. Durante tutto questo periodo la funzione del teatro dell’Arancio è fortemente ridotta a causa delle espoliazioni di cui si è detto sopra. La modesta attività teatrale residua viene rappresentata nel teatrino parrocchiale.
Il teatro dell’Arancio nei vari anni passa di mano in mano a privati, i quali se ne servono sempre per fini non propriamente culturali.
Con l’avvento dell’Associazione la situazione cambia. La prima azione di forza dell’Associazione è rappresentata da una denuncia presso il Ministero dei Beni Culturali in quanto due monumenti pubblici erano stati acquistati da privati: il Torrione della Battaglia e il Teatro dell’Arancio. In seguito furono riacquistati, con il denaro dei contribuenti, dalla Amministrazione comunale insediatasi alla fine degli anni ’90.La seconda azione di forza è stata quella di restituire alla comunità la chiesa di S. Lucia, da anni chiusa. In conseguenza di ciò sono stati posti all’attenzione del Vescovo diocesano dell’epoca una dettagliata denuncia sulla incresciosa situazione costituita dall’elenco dei beni mancanti appartenenti alla chiesa di S. Lucia. L’altra denuncia presentata al Vescovo è la gravissima condizione della Chiesa di S. Giovanni Battista, Pievania, i cui affreschi sovrastanti le arcate della Chiesa scolorivano per le infiltrazioni di acqua piovana proveniente dal tetto, insieme ad una buona parte dei fregi di stucco che ornavano le arcate, cadendo continuamente sulle “teste” dei fedeli. Le infiltrazioni d’acqua provenienti dal sistema fognario pressoché inesistente, come già detto, avevano letteralmente aperto, sulla pavimentazione, un solco di tre centimetri per tutta la lunghezza della chiesa. Il 7 luglio 1984 il Vescovo intima al Parroco dell’epoca di consegnare le chiavi della chiesa di S. Lucia per i dovuti sopralluoghi al Presidente dell’Associazione, in vista dell’apertura della stagione concertistica.
La rabbia e il dolore dei rappresentanti dell’Associazione all’apertura della chiesa sono stati così forti da essere indotti a organizzare una conferenza stampa. La saggezza e la signorilità di alcuni Soci ed in particolare della Signora Vittoria Rocchi, donna di raffinata cultura, hanno superato il dolore e la rabbia, ponendo fine a questa squallida situazione.
La prima stagione concertistica si riapre dopo ben 76 anni con un concerto nella storica chiesa di S. Lucia, ex casa natale di Papa Sisto V, dedicata per volontà della sorella Camilla. Il concerto, tenutosi il 14 luglio 1984, data storica per l’Associazione, è eseguito dal famoso Quartetto d’Archi Rumeno “Academìa” oggi “Quartetto Irlandese”, i cui componenti, perseguitati dal regime comunista rumeno, lasciarono con infinito dolore le loro famiglie e il loro Paese per rifugiarsi in Irlanda. Le stagioni concertistiche di musica classica vedono la presenza di Musicisti di grande prestigio quali Daniel Rivera, pianista lisztiano per eccellenza, il flautista Severino Gazzelloni accompagnato dai Solisti Aquilani, il primo violino di S. Cecilia Angelo Stefanato, Margaret Burton tra le più significative pianiste australiane, Lucia Passaglia, Eddy Perpic, Giorgio Gaslini, Marco Vavolo, Mike Melillo, Mario Rusca, il duo Haijaski, Tony Scott, Irio de Paula, Eugene Indjic 4° premio al concorso Chopin di Warsavia 1970, il Quartetto Melbourne formato da giovani musicisti provenienti della prestigiosa Orchestra Giovanile Europea, la cui età dei componenti non può superare i venticinque anni e tantissimi altri musicisti. (vedere elenco musicisti). Alcune stagioni concertistiche hanno avuto la presenza, in incognito tra il numeroso pubblico, di alcuni musicisti della Wiener Philharmonic Orchestra e di Sir George Solti con la sua famiglia,
( vedere rassegna stampa ) in vacanza nella vicina Martinsicuro. Alle stagioni concertistiche si susseguono stagioni teatrali altrettanto fortunate che rinverdiscono il nostro teatro in vernacolo. Inizia così una ricerca storica sulle origini del dialetto di Grottammare con alcuni studenti tedeschi dell’Università di Heidelberg della facoltà di lettere e filologia romanza. Pieni di entusiasmo lavorano insieme ai giovani tedeschi, semplici cittadini di Grottammare. Nasce così una compagnia teatrale dialettale che ha come attori i cittadini stessi. La Compagnia Teatrale Dialettale porta in scena, in dialetto grottammarese, storie di personaggi famosi e caratteristici della cittadina e alcune pièces teatrali dei Fratelli De Filippo e del Principe Antonio de Curtis in arte Totò, oltre ad una produzione propria di commedie scritte da Ermanna Zarroli e dalla Prof.ssa Rosanna Sebastiani con il contributo di Bruno Bondi, di Mario Lanciotti, di Mario Pignotti e di Tilde Rosati (soci e componenti della compagnia teatrale). Le comicissime commedie in dialetto grottammarese sono: Il ricordo (il vecchio e il bambino), Il Circo a Grottammare, Lo Spazzacamino, Suor Cecilia, L’Agenzia Matrimoniale, “Il Barbiere” di Grottammare, parodia al più famoso “Barbiere di Siviglia. L’unica commedia recitata in italiano è stata (disastrosamente comica): Il restauro della Cappella Sistina, commedia improntata molto sugli equivoci, di autore ignoto. Ermanna Zarroli, ricercatrice meticolosa del dialetto, cura la parte scenografica e l’infaticabile Rosanna Sebastiani cura la regia. Attori indimenticabili sono il compianto “mitico” Mario Pignotti detto “Biccherù“, (scomparso qualche anno fa) particolarmente portato per la recitazione e la straordinaria Maria Teresa Rosati, detta “Tilde”. Gli attori recitano senza copione, improvvisando. Spettatori eccellenti sono il regista Romolo Siena e l’attrice indossatrice svizzera Leonarda Finocchi, denominata Greta Garbo per la sua raffinatezza e i Fratelli Giuffrè. Il successo strepitoso conseguito spinge l’Associazione ad organizzare una stagione teatrale non solo in vernacolo ma anche in italiano di opere di vari Autori quali Cecov, con la sua opera Tre Atti unici, portata in scena dagli stagisti del Piccolo di Milano, di Lev Tolstoj Anna Karenina opera ridotta ed adattata, entrambe nella suggestiva piazzetta del Borgo Medievale. Anche la Compagnia della Rancia porta in scena un delizioso spettacolo di Pasquale Festa Campanile, regista ed interprete Saverio Marconi, grazie al quale, nell’estate del 1985, con grande gioia di tutti, l’Associazione appare nella pagina degli spettacoli de Le Figaro, intervistato Saverio Marconi elogia l’Associazione e l’impegno dei singoli cittadini che si prodigano per riportare la cultura nel tessuto sociale. In pochi anni l’Associazione dà lustro al paese, facendo rivivere l’interesse per la cultura. Nel 1985 si organizza il primo corso di perfezionamento per pianoforte diretto da M° Manuel Verona. I corsi sono frequentati da giovani musicisti provenienti da nove Paesi: Danimarca Israele, Italia, Norvegia, Palestina, Portogallo, Spagna, Turchia e Svezia.
Nel 1986 l’Associazione organizza la “Rassegna Giovani Musicisti” che spazia dalla lirica alla strumentistica. Gli insigni didatti, interagiscono durante l’esecuzione, interloquendo e valutando la prova, dando consigli agli esecutori. La Rassegna può considerarsi il modello a cui si ispira l’odierno Concorso Liszt, limitato però alle sole discipline del pianoforte e della composizione.
Nel 1987 l’Associazione porta in scena la grande opera lisztiana Totentanz (danza macabra), rievocazione medievale dove inequivocabilmente è evidenziato l’eterno conflitto tra bene e male, la precarietà dell’esistenza e il disfacimento del corpo. Spettacolare e suggestiva rappresentazione svoltasi durante le ore della sera, con l’impiego di tre buoi, un carro di “cadaveri” (ballerini ), e cadaveri (figuranti lungo il percorso) la morte con la falce, un braciere di fuoco simbolo dell’inferno, un palco con scalini e un telo trapunto di stelle che rappresenta il cielo, simbolo del paradiso che rappresenta la vittoria sulla morte. Il Totentanz si rifà al disfacimento del corpo a causa delle varie pestilenze che hanno contrassegnato i secoli (peste di Milano). Il corteo partito dal Paese Alto, attraversa le più importanti vie del centro della Marina, per finire in piazza Pericle Fazzini (ex piazza Martiri Triestini) proprio sotto l’attuale sede dell’Associazione, usando per lo spettacolo la terrazza sottostante gli uffici della Sede. Nel 1988 si affianca alla stagione concertistica lirico-classica timidamente anche il Jazz con musicisti provenienti da stagioni concertistiche internazionali. Grottammare diventa quasi un’altra Umbria Jazz con musicisti che hanno segnato un’epoca nel jazz internazionale. Si dà molto spazio ai gruppi emergenti, si organizzano in modo intelligente le Jam Sessions le Guest Stars affinché possano confrontarsi Giganti del Jazz e le nuove generazioni. Queste stagioni durano fino al 1992, da questa data in poi sono state organizzate rievocazioni medievali e rurali.
Nel 1997/98/99 si riaccende nell’Associazione lo spirito sociale, vengono realizzati convegni scientifici e sociali in collaborazione con la locale sezione ARCI e con l’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto.
Nell’estate del 1999/2000 vengono riprese tutte le attività musicali.
Nell’estate del 2000 si organizza la “Prima Rassegna Itinerari Musicali”, concerti – conferenze, musica classica, lirica e jazz. Il programma del calendario è ambizioso in quanto l’Associazione si propone di realizzare concerti con musicisti di chiara fama.
Nell’estate del 2001 “Seconda Rassegna Itinerari Musicali” attraverso le antiche Chiese di Grottammare.
Nell’estate del 2002 “ Terza Rassegna Itinerari Riviera delle Palme”.
In questo stesso anno l’Associazione viene a conoscenza della pubblicazione di un libretto “Liszt e i Piccoli Centri”, la cui autrice è la Prof.ssa Claudia Colombati, docente di storia della Musica presso l’Università di Macerata.L’Associazione avverte fortemente l’esigenza di rendere omaggio al grande Ungherese, organizzando un Concorso a Lui dedicato. In questo anno infatti nasce il Concorso Pianistico Nazionale “Premio Franz Liszt” in veste sperimentale il quale l’anno successivo diventa Concorso Internazionale.
Nel 2003 Il primo Concorso Internazionale “Premio Franz Liszt” la “Quarta Rassegna Itinerari Musicali Piceni” inizia ad Ascoli Piceno il 7 agosto per terminare a Ripatransone il 20 dicembre. Partecipano al concorso con un proprio premio cinque Comuni limitrofi.
Ovviamente gli itinerari si chiamano Piceni perché hanno uno scopo ben preciso, creare il binomio Liszt e il Piceno. I concerti si sono tenuti in teatri antichi e luoghi storici di Ascoli, di Grottammare, di Offida, di Porto S. Giorgio, di San Benedetto del Tronto e di Ripatransone.
Nel 2011 L’Associazione cambia definitivamente il nome AMAD Franz Liszt con Ferenc Liszt International Society.
I Direttori artistici dell’ Associazione dal 2000 al 2012:
Il M° Roberto Russo dal 2000 al 2005
Il M° Carlo Maria Dominici dal 2007 al 2008
Il M° Daniel Rivera 2009
Il M° Ippazio Ponzetta dal 2010
Un ricordo e un grazie alle Persone che hanno saputo infondermi fin dalla tenera età i valori veri della vita, l’amore per la musica: ai miei Genitori ( Vicky e Attilio), a Don Marino Catasta, Pievano di San Giovanni Battista, all’Amore della mia vita Phil, uomo di raffinata cultura e straordinario musicista, scomparso prematuramente che, instancabile, trascorreva seduto con me davanti all’amato pianoforte “ Zimmermann”, all’amica del cuore Lilyan eccellente flautista, compagna di studi musicali, ai miei primi insegnanti N.D. M° Francesca Spalazzi di Ascoli Piceno, M° Maria Guidi di Fano, pianista, organista e compositore, al M° Livio Petrini di San Benedetto del Tronto violinista . Agli insostituibili Valeria e Peter, nonostante la lontananza sono sempre presenti nella mia vita, dandomi saggi consigli anche per quanto riguarda l’attività dell’Associazione, all’amico indimenticabile e divertentissimo Alekos compagno di studi universitari che fortemente mi ha convinto ad entrare nell’Associazione, prevedendo che sarei diventata “Ο αρχηγός”. Un pensiero affettuoso va a due nostri collaboratori che hanno arricchito l’Associazione con il loro contributo: al M° Pittore Francesco Maloni, con la sua arte ha reso vivo il nostro Ferenc, nella prima e nella seconda edizione internazionale della settimana lisztiana; al Prof. Adriano Pagani che ha lavorato per un anno come traduttore.